In Wonderland: Pollyanna, di Eleanor Hodgman Porter
Una bambina orfana, una zia anaffettiva e un destino di apparente solitudine: basterebbero questi pochi elementi a riconoscere in Pollyanna il tipico “racconto dei vinti”. Ma l’opera di Eleanor Hodgman Porter è anche (e soprattutto) altro: Pollyanna è un manifesto alla speranza, a continuare a credere in un domani migliore, un invito a vivere ogni giorno il gioco della felicità.
La piccola Pollyanna, rimasta sola dopo la morte del padre, approda come un uragano a casa della diffidente zia Polly e ne sconvolge l’esistenza. Come la Dorothy de Il mago di Oz, Pollyanna osserva la realtà attorno a sé con lenti colorate e la trasforma, rendendola migliore.
Scritto nel 1913, il romanzo appare sin da subito al lettore opera lontana, a tratti malinconica, figlia di un mondo ormai remoto, intrisa dei valori assoluti e perduti del puritanesimo.
Scoglio maggiore per il lettore moderno è infatti riuscire ad approcciarsi al mondo della protagonista, fondato su una marmorea volontà di ottimismo, che ha la meglio (almeno simbolicamente) su di una realtà esterna beffardamente ingiusta. Ed è proprio questo a cui noi uomini moderni non siamo più abituati e che ci induce a ritenere che Pollyanna sia null’altro che una macchietta, una falsa caricatura: la sua tenace convinzione a credere che la vita rimanga sempre, comunque, malgrado tutto bella… e che valga la pena.
Uno respira mentre dorme, ma non vuol dire che sia vivo. Per “vivere” io intendo fare le cose che uno desidera: giocare all’aria aperta; leggere, da sola, naturalmente; salire in cima alla collina; parlare con Tom e Nancy in giardino; e poi imparare a conoscere le case e le persone, e tutto ciò che ho potuto scorgere per le strade, arrivando qua ieri. Ecco quello che secondo me vuol dire vivere. Respirare soltanto non è vivere!
Il mio voto:
Roberta Taverna
Titolo: Pollyanna Titolo originale: Pollyanna Autore: Eleanor Hodgman Porter Casa editrice: Crescere, collana La biblioteca dei ragazzi Pagine: 160 Prezzo: euro 4,90