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Oggi mi sento… disillusa

“Disincanto” di Matteo Zanini: la recensione

Margaret Hardy è una giovane ragazza alla ricerca del suo posto nel mondo come scrittrice e donna indipendente nell’Inghilterra del 1700.
Costretta dalla famiglia a trasferirsi nella regione del Rebshire, Margaret dovrà in pochi mesi adattarsi a nuove amicizie, una solitudine imposta dagli eventi, un futuro solo apparentemente luminoso, destinato a mostrarle per la prima volta nella vita tutti i tranelli ed i pericoli del “mondo degli adulti”.

Quinta opera dello scrittore bergamasco, “Disincanto” è il primo vero romanzo della maturità di Matteo Zanini. Lasciati i panni del regency tipizzato e rassicurante, l’autore approda alla tematica legata al disinganno dei sogni adolescenziali: Margaret Hardy sarà chiamata a fare i conti con i limiti della società nella quale vive, ancora fortemente maschilista, dovrà accettare le conseguenze dei sogni infranti e costruirsi un nuovo domani.
C’è tanto di Matteo Zanini in “Disincanto”: l’amore assoluto per la scrittura, il desiderio di vivere della propria penna, le difficoltà ad affermarsi per ciò che si è veramente, il percorso di accettazione e convivenza con un’immagine esterna che non corrisponde pienamente a ciò che si sente di essere.

Disincanto” è un’opera profonda e lucida, che sussurra in punta di piedi al lettore che ha provato il dolore di vivere e conosce il sapore della sconfitta.

“Siamo le tessere di un mosaico perse nel caos delle cose che scorrono.”

Il mio voto:

Roberta Taverna

Titolo: Disincanto
Autore: Matteo Zanini
Casa editrice: PubMe
Prezzo: euro 9,90
Pagine: 168

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