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Recensione: “Il primo che passa”, di Gianluca Nativo

Preferivo stare sospeso, a primavera iniziata, tra la vita di prima, di cui non soffrivo i rimorsi, e una vita nuova di cui non avvertivo nulla se non il presagio.

Pierpaolo nasce, cresce e studia a Napoli; il suo sogno socialmente accettabile è quello di laurearsi in Medicina – i numeri e la metodicità scandiscono i suoi giorni colmandone le ombre, le incertezze e le ferite. Ma Pierpaolo, nel suo avanzare nella vita, scopre un riflesso di sé che inizia a emanare un po’ troppa luce di quella che le consuetudini consentirebbero – in una famiglia e in una realtà sociale come la sua.

La luce di Pierpaolo si riflette nelle sue iridi, nel suo battito cardiaco, nelle pulsioni sessuali che lo spingono a cercare la sua vera identità. Nel tentativo di bilanciare la propria indole con l’imposizione sociale, il giovane Pierpaolo si vedrà costretto a rivoluzionare le sue quotidianità e spingersi nella direzione della liberazione del sé da schemi precostruiti, da perbenismi asettici, da aspettative che non gli appartengono.

L’accettazione della propria omosessualità e la concessione – donata prima al suo corpo che alla sua mente – di un’emancipazione sessuale conscia e presente porterà il protagonista de Il primo che passa – romanzo d’esordio di Gianluca Nativo, edito Mondadori (collana Strade Blu) – a sperimentare, a spogliarsi non soltanto degli abiti, ma anche – e soprattutto – delle velleità, dei pudori, del giudizio sulla propria natura e sui propri desideri. Uno scavare nell’intimo e nell’emotività, la processione solitaria e costellata di interrogativi, i tentativi di permettersi di essere davvero felice (per se stesso e non per lo sterile, momentaneo bisogno di qualcun altro) condurranno Pierpaolo a una lenta, complicata maturazione, a un passo compiuto verso la costruzione di una nuova solidità sentimentale.

Un protagonista sui generis, quello che abita le pagine del romanzo di Nativo, portato spesso a cedere alla passività, all’assenza di quel coraggio che la sua età, probabilmente, ancora non ha nutrito a sufficienza. Il primo che passa è un testo che si immerge coerentemente nella geografia dove si sviluppa e che dà voce a un periodo della vita di ciascuno dove le fragilità sono ancora cristalli pronti a spezzarsi. Un romanzo che racconta una verità, un esordio letterario dalle suggestioni che non lasciano indifferenti.

Eravamo tutti figli di qualcuno, le nostre vite rintracciabili con facilità, condannate una narrazione che sfuggiva da noi stessi e non ammette a repliche.

Il mio voto:

Matteo Zanini

Titolo: Il primo che passa
Autore: Gianluca Nativo
Casa editrice: Mondadori - collana Strade Blu
Prezzo: € 17,00
Pagine: 215