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Recensione: “La campana in fondo al lago”, di Lars Mytting

Devo andare, adesso. A gettare i miei talleri d’argento nel crogiuolo. Perché forse con un colpo di spada si può raccogliere tutto. Anche se è un gesto impulsivo, quantomeno saprò che cosa si prova a baciare un uomo.

Un villaggio norvegese protetto dalle montagne e inumidito dalla presenza di un grande lago naturale, un luogo dove il tempo sembra scorrere rallentato dall’incedere cadenzato di tradizioni, religione e superstizioni. Ecco lo scenario dove avviene l’ouverture del romanzo di Lars Mytting La campana in fondo al lago che la DeA Planeta Libri ha portato nelle librerie del pubblico italiano.

La tradizionale leggenda-verità che vede la forgiatura di due campane gemelle – Gunhild e Halfrid – come manifesta iterazione della memoria di due gemelle siamesi nate (e prematuramente decedute) nel piccolo villaggio di Butangen, dove tessevano arazzi di non comune bellezza, si pone al centro delle vicende dei personaggi che si muovono sulla scena. Incontriamo Astrid Henke, indomita discendente delle sorelle “legate per la pelle”, giovane fanciulla che vedremo maturare e scontrarsi con i meccanismi arrugginiti di una società appesantita dalla mancanza di innovazione, di scambio, di luce. Sono le sue parole e i suoi pensieri, principalmente, a guidare la narrazione, le tragicità delle scelte compiute a scapito del proprio equilibrio, i compromessi messi in gioco tra concretezza e misticismo, tra sfiducia e amore, tra conferme e svelamenti inattesi.

Questi uomini di cui ci innamoriamo, pensò Astrid, in primavera gettano l’amo nell’acqua fredda – tanto qualcosa abbocca sempre

Con un ritmo incalzante e una fluidità nella penna, Lars Mytting ci presenta le sfaccettature del suo mondo, portandoci nei boschi dei riti sacri, nelle dimore delle veggenti, nelle Chiese da costruire e ricostruire, sulle sponde di un lago che conserva in sé il fascino mistico delle storie antiche, che resistono al passare degli inverni. Un romanzo che ha in sé tutte le sfaccettature della letteratura nordica, le sue brume fredde, il sole pallido che scompare prima del previsto, la dimensione che unisce sacro e profano in un’immaginifica danza di spiritelli da seguire tra le radici e i ricordi.

È veramente possibile possedere delle porte?
Perché si può possedere soltanto la porta, mica l’apertura, e una porta senza apertura non è una porta,

Il mio voto:

Matteo Zanini

Titolo: La campana in fondo al lago
Titolo originale: Søsterklokkene
Autore: Lars Mytting
Pagine: 471
Casa editrice: DeA Planeta Libri
Prezzo: € 18,00
Voto: 3/5 stelline