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Recensione: “Qualcosa nella nebbia”, di Roberto Camurri

Provo attrazione per la crepa che ha spaccato la vita dei matti, il momento in cui lo sono diventati, in cui hanno rotto le convenzioni. Il loro dolore è una calamita. Lo è l’invisibilità della loro condizione, far parte di una società che li dimentica, vivere ai margini. […] Mi affascinano le loro crisi, quando escono da questa realtà per entrare in contatto con un dolore – un trauma – così forte da dover essere trasfigurato per poterlo gestire. Mi sembra di riconoscerlo. Che sia mio.

Dopo “A misura d’uomo” e “Il nome della madre”, Roberto Camurri torna a Fabbrico portando con sé una traccia di foschia da intingere nella boccetta d’inchiostro con il quale scrivere “Qualcosa nella nebbia” – NNEditore. Sospeso e diviso tra una voce narrante (quella di Camurri stesso) e un triangolo di personaggi tra di loro interconnessi – Alice, Giuseppe e Andrea – il tuffo all’interno di “Qualcosa nella nebbia” somiglia a uno smarrimento che si trasforma in coscienza.

Tra le pagine di questo libro abbiamo una serie di salti tra una parte della biografia romanzata dell’autore e le epifanie degli altri tre personaggi, inizialmente avvolti dalle nebbie, che impareranno a dipanare le proprie reticenze, trasformando il dubbio in occasione. Tra queste due alternanze, la voce dell’autore resta quella sicuramente più interessante, quella più suggestiva, quella maggiormente pregna di passione, di interrogativi, di competenza. Un romanzo che parla – anche – di cosa significa scrivere un romanzo, sporcarsi di scrittura, essere rappresentante e portavoce della potenza espressiva della parola scritta.

Avevo bisogno di vedere le stelle, di vedere la Luna, avere sul viso la sensazione che tutto stesse andando bene. Avevo voglia di alzarmi e saltare, esultare, piangere e autocommiserarmi, avevo voglia di litigare ancora, di baciare qualcuno, farmi accarezzare i capelli – la faccia – fino a addormentarmi, avevo voglia di un pompino.

In “Qualcosa nella nebbialo scrittore e la scrittura convivono nella stessa Opera. L’inchiostro e l’onirico si trasformano in alfabeto, personaggi, visioni; concretezza, verità, fantasia e supposizioni si scambiano sguardi e prospettive dai lati opposti della stessa pagina.

Il mio voto:

Matteo Zanini

Titolo: Qualcosa nella nebbia
Autore: Roberto Camurri
Casa editrice: NNEditore
Prezzo: € 17.00
Pagine: 171