Leggere in musica,  Recensioni

Leggere in musica: “Lacrime di polvere” e Simone Cristicchi

Ho sempre avuto difficoltà a relazionarmi con il dolore. Non ogni forma di sofferenza ma il dolore invisibile, quello che non traspare attraverso lividi, ferite, letti di ospedale ma che riempie l’aria, togliendo il fiato.
Fino a pochi anni fa quel tipo di dolore aveva il nome di “follia”, e la follia trovava la sua forma di espressione più naturale nei “matti”, portatori infetti di una malattia non contagiosa quanto, per questo stesso motivo, agli occhi del mondo ancor più letale.
Perché la follia generava nelle persone “normali” paura, rabbia, disgusto: emozioni più inaccettabili della malattia stessa che spingevano gli individui “sani” ad allontanare dalla società tutto ciò che avrebbe potuto creare loro imbarazzo. Quindi i matti con la loro follia.

Guardare i resti reclusi della malattia mentale attraverso gli occhi di Roberto Marchesi, Giancarlo Maria Conti e Riccardo Marchesi è stato come immergermi nel dolore invisibile.
Perché “Lacrime di polvere. Immagini e dialoghi da manicomi abbandonati” (Prospero editore) è lo spaccato di un mondo che non c’è più ma che continua ancora oggi a riecheggiare nell’aria.
In poco più di 100 pagine gli autori si addentrano tra le stanze degli ex Ospedali Psichiatrici di Vercelli, Colorno e Mombello in un viaggio-testimonianza che sconvolge il lettore: sedie a rotelle abbandonate si avvicendano a lunghi corridoi invasi dalla vegetazione, referti medici ricoprono lunghe tavolate nere, camici bianchi si riflettono in vasche da bagno ricolme di acqua piovana.

“Lacrime di polvere” è un mosaico di frammenti della memoria, un’opera che coinvolge la coscienza civile e spinge il lettore ad abbandonare ogni stigma che ancora oggi accompagna alla malattia mentale.
Una testimonianza sì artistica quanto emotivamente dolorosa, inframezzata da dialoghi letterari che sembrano provenire direttamente dal passato, quando quelle sedie a rotelle, quei corridoi, quei tavoli, quelle vasche da bagno brulicavano di esistenze spezzate, rifiutate, annientate:

“Capire il vostro delirio, questo mi piacerebbe. Voi vi rendete conto della vostra pazzia? A volte non comprendo quale sia la differenza tra questa e il sogno. Nel sonno siamo tutti folli. Che sia quello veramente l’unico momento di libertà, quando privi di inibizioni possiamo dare libero sfogo alla nostra mente?”

Il mio voto:

Roberta Taverna

Titolo: Lacrime di polvere. Immagini e dialoghi da manicomi abbandonati
Autori: Roberto Marchesi, Giancarlo Maria Conti e Riccardo Marchesi
Casa editrice: Prospero editore
Prezzo:euro 20,00
Pagine: 136