#LeggereInMusica: “Le cose che restano”, di Mara Munerati e Chiara Galiazzo

La vita è bella perché un giorno, chissà quando, avrà fine.

Mara Munerati torna in libreria – sotto l’egida della casa editrice Clown Bianco (con cui già pubblicò l’iconico e scanzonato “Tutta colpa di Jack”, di cui potete leggere la nostra recensione sul portale letterario InkBooks) – con un testo dall’atmosfera apparentemente più intimista e malinconica, ma che lascia spazio per l’ironia che contraddistingue la penna dell’autrice. Protagonista di “Le cose che restano” è Egle, un’anziana piuttosto arzilla – nonostante gli acciacchi dell’età e il peso delle responsabilità di una vita sulla spalle – alle prese con una separazione tra le più vitali. La vita e il suo scorrere incontrollabile l’hanno, infatti, privata della sua più cara amica Zora, un lutto, un evento che sembrano – coscientemente – averla segnata non poco.

La narrazione scelta da Mara Munerati per il racconto dell’amicizia e della sua profonda resilienza tra queste due donne, diverse ma complementari, è quella che più si avvicina a un memoir alla rovescia, un quotidiano rimpallo tra il presente solitario e un passato ricco di eventi, rimembranze, aneddoti presentati al lettore con la presenza dell’età della protagonista e il sentimentalismo mai stucchevole (anzi, piuttosto commovente) di chi si appresta al rassegnarsi, dopo un’intera esistenza di lotte con il quotidiano.

Alla mia età tutto sembra progettato per uccidermi.
[…] Non c’è posto migliore di casa per morire.

Ad impreziosire il tutto c’è l’iconico gatto Coso – affettuoso (?) nomignolo donato da Egle al gatto della defunta amica, lasciatole come sgradita (ma ne siamo poi così certi?) eredità nel momento della di lei dipartita. Ed è proprio attraverso il legame che, via via, va nascendo e rafforzandosi tra l’anziana Egle e l’acciaccato Coso che il ricordo e la celebrazione dell’affetto verso Zora non cesserà di esistere con la sua assenza fisica e terrena.

Un romanzo che, riuscendo a strappare anche qualche tenera risata, sa raccontare della genuinità dei rapporti umani, quelli oggigiorno rari e preziosi, e di quelle distanze che sembrano incredibilmente incolmabili – se non si hanno gli strumenti giusti per trasformare i divari, l’abbandono e persino la morte in occasioni per essere grati delle fortune a cui abbiamo avuto accesso nello scorrere del tempo.

Non era tarda di mente, no. […] Solo che si arrabbiava per cose che noi non capivamo.

Il mio voto:

Matteo Zanini

Titolo: Le cose che restano
Autore: Mara Munerati
Casa editrice: Clown Bianco editore
Prezzo: € 16.90
Pagine: 166