Letture allo specchio,  Recensioni

Letture allo specchio: “La Bella e la Bestia”

Ad ottobre abbiamo sentito la mancanza dell’essere bambini e di un pizzico di magia: per questo la nostra lettura allo specchio si è incentrata su un classico uscito in edizione speciale in edicola grazie alla collana “Storie Meravigliose” di RBA: “La Bella e la Bestia“.

Conosco degli uomini che sono più mostri di voi – disse Bella – e, quanto a me, mi piacete più voi con codesta vostra figura, di tanti’altri che, sotto l’aspetto d’uomo, nascondono un cuore falso, corrotto e sconoscente.

L’OPINIONE DI MATTEO:
Dimentichiamo per un momento il classico Disney e sospendiamo ogni nascente forma nostalgica, nell’approcciarci alle due versioni della favola originale de “La Belle et la Bête” che la collana “Storie Meravigliose” RBA ci propone nella ben nota veste elegante e curatissima.
In questo scrigno di carta sarà possibile leggere e scoprire le versioni di Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve e di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont – la prima piuttosto lunga e meno favolistica, la seconda più breve e decisamente più sognante.
Riscoprire le origini di una favola tanto amata non può che generare curiosità ed è stato proprio questo il mio approccio a “La Bella e la Bestia”: riga dopo riga, mi è stato concesso di captare riferimenti ad altre opere (da “Le mille e una notte” a “La bella addormentata nel bosco”, fino ad “Amore e Psiche”) e di creare collegamenti con testi contemporanei (uno su tutti “La storia infinita”); la scoperta della versione originale e il confronto con le mie memorie sono stati tasselli importanti di questa esperienza letteraria. Restano, di base, i messaggi di accettazione, di bontà, della capacità di andare al di là; un salto che andrebbe concesso anche oggigiorno, un superamento delle reticenze che porterebbe il mondo a diventare un posto migliore – se solo tutti fossero capaci di accontentarsi della bellezza di una rosa colta con reale sentimento.

 

L’OPINIONE DI ROBERTA:
Non ho peccato della presunzione di chi spera di ritrovare fedelmente su carta le immagini che si sono impresse nella mente attraverso una delle pellicole più amate dell’infanzia, ma neppure ero pronta all’idea di scontrarmi con la storia narrata.
La distinzione iniziale è d’obbligo: se la fiaba di Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve (risalente alla fine del Seicento) si dilunga, si disperde in anfratti secondari della narrazione per poi ritrovarsi dopo un centinaio di pagine, il racconto di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont (scritto intorno alla metà del Settecento) ha il dono dell’essenzialità, quella sintesi che più richiama gli echi disneyani.
Ma il vero problema tra il lettore e la vicenda si frappone proprio nel connubio “stile narrativo-eventi narrati” di Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve: un racconto ampolloso e pieno di retorica irritante, che tedia di pagina in pagina, di riga in riga nel solo apparente scopo di prolungare la narrazione con fate cattive, finti padri e Re che appaiono all’improvviso.
Molto più godibile è invece la fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, una storia che, seppur priva di quel romanticismo tangibile che mi sarei attesa di trovare, riesce a risultare delicata e dolce, riscaldando il cuore del lettore.

Non è mai una Bestia – rispose Bella – colui che crede di non avere spirito. Gl’imbecilli non arriveranno mai a capire questa cosa.

Titolo: La Bella e la Bestia
Autrii: Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve e Jeanne-Marie Leprince de Beaumont
Casa editrice: RBA
Prezzo: euro 15,00
Pagine: 203