Recensione: “Con le ali sbagliate”, di Gabriele Clima

Ma le proprie ali non si possono vedere. Si può solo sperare che ci siano. E io lo so che sono lì le mie, le sento, sono lì da sempre, da quando sono nato e aspettano soltanto il momento per aprirsi. Allora, Nino, cosa fai? Cosa decidi? Le dispieghi o no queste tue ali? O le lasci rattrappire, fino ad annientarle?

Con le ali sbagliate” di Gabriele Clima – ed. Uovonero edizioni – è un romanzo a tematica LGBT che, principalmente, affronta il tema non facile dei cosiddetti “centri di riabilitazione per omosessuali”, una realtà tetra e raccapricciante purtroppo ancora esistente. A latere di questo atroce aspetto dell’incomprensibile incapacità di accettazione umana della diversità, l’autore affianca tutta una serie di sotto-tematiche relazionali, culturali, sociali e “di genere” (tra cui i rapporti familiari, il coming out, la fluidità di genere, il bullismo e l’omofobia) che arricchiscono la lettura consentendo al lettore di assorbire nel proprio immaginario e nello scorrere delle pagine la preziosità di punti di vista sempre inediti.

Gabriele Clima, però, facendosi aiutare dalla voce del suo giovane protagonista Nino, riesce a trattare tutte queste sfaccettature umane con una competenza, una sensibilità e una penna capace di “alleggerire” la pesantezza delle azioni, l’oscurantismo delle chiusure, la brutalità dell’egoismo e delle cattiverie dell’uomo, rendendo la lettura fruibile, scorrevole e godibile e consentendo ai lettori – forse anche ai lettori più reticenti? Questa è certamente una delle più urgenti speranze – di empatizzare con Nino e gli altri personaggi del romanzo.

Le realtà scomode narrate da Gabriele Clima si uniscono, però, allo splendore della speranza, alla crescente consapevolezza del sé, alla scoperta priva di vergogna della verità che nessuno deve mai dimenticare: il valore insostituibile e necessario dell’unicità del nostro “io”, del nostro sentire, del nostro percorso di vita – ingiudicabile, imparagonabile, imprevedibile, ma anche insostituibile.

Una storia spontanea e naturale, proprio come il concetto che sta dietro alla bellissima metafora delle ali; una trama che tutti dovremmo assorbire, per cercare di imparare a comprendere lo splendore dell’unicità e il rispetto delle sfumature.

«A volte penso ancora a come mi sentivo. Sbagliata, colpevole, un errore della natura, come un uccello che non sa volare».
Le sorrido. «I pinguini non sanno volare», le dico.
«Perché hanno le ali sbagliate», dice sorridendo a sua volta. Ma è un sorriso che si spegne subito. «Ti ci fanno sentire, in questo modo Nino. Un uccello con le ali sbagliate. E alla fine arrivi a crederci».
Penso a come mi sento io, alle mie ali, a come sono. «Io non lo so come sono le mie ali».
Grace scuote la testa. «Nessuno lo sa, tesoro». Sorride. «Neanche i pinguini. Eppure eccoli lì, i pinguini, e nessuno dice niente». È vero, eccoli lì i pinguini, tranquilli, neanche sanno di non poter volare ma a loro non importa. «Fai come i pinguini Nino: fregatene, usale le tue ali, non credere a chi ti dice che sono sbagliate».
«Sì, sembra facile».
«No, tesoro, è la cosa più difficile del mondo».

Il mio voto:

Matteo Zanini

Titolo: Con le ali sbagliate
Autore: Gabriele Clima
Casa editrice: Uovonero edizioni
Prezzo: € 14,00
Pagine: 173