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Recensione: “Scacco matto tra le stelle” di Alessandro Barbaglia

C’è un’altra cosa che rende il re quello che è, e quel qualcosa è: la regina, i cavalli, le torri, gli alfieri e tutti i pedoni, nessuno escluso. Ecco che cosa ci rende veri re: scoprire l’Universo di cui siamo fatti.

La bravura di un Autore risiede anche nella sua capacità di commuovere da lontano, superando i confini delle geografie, della carta stampata e dei limiti imposti dal distanziamento sociale. Alessandro Barbaglia, con il suo Scacco matto tra le stelle, non solo mi ha commosso.. mi ha letteralmente portato alle lacrime. Perché se è vero che rimarrà sempre la paura di non farcela, la mia fragilità, la mia timidezza e l’incertezza del domani; il timore di sentirsi strani di Vichi o la paura che qualcuno pensi che noi lo siamo: strani; e se è altrettanto vero affermare che ho l’impressione che, a dodici anni, sia normale sentirsi anche un po’ strani, ecco, io posso dire con certezza che lo è anche a trent’anni. E Alessandro Barbaglia, con le sue solite catene di fascinazione e meraviglia, ci racconta che in fondo sentirsi strani – probabilmente anche a trent’anni – non è poi così sbagliato.

Scacco matto tra le stelle – ed. Mondadori – primo romanzo che Alessandro Barbaglia ha pensato (anche) per un pubblico “più giovane” ci catapulta a Miasino, un paesello che si specchia tra le acque del Lago d’Orta, dove tutto appare sospeso in un tempo impalpabile. Tichi e Vichi, i due giovani protagonisti, quasi per gioco iscriveranno il padre di Tichi – colpito da un mutismo, da una stasi e da un’indolenza apparentemente senza spiegazione – a un torneo di scacchi. Con l’aiuto del fido Nonno Ingranaggio – e non senza una buona dose di azioni persuasive – gli adulti e i bambini uniranno i propri sogni e le conoscenze, giungendo alla meta più indelebile e luminosa: il perdono di se stessi. Perché quello che Scacco matto tra le stelle ci insegna è che non è davvero importante l’esito, quanto più il cammino; non importano i mezzi, le direzioni, il premio finale. Ciò che davvero rende vittoriosa un’anima è la sua capacità di tornare a splendere, anche dopo un buio che può sembrare impenetrabile, anche dopo aver assorbito un dolore che ritenevamo insanabile. Perché solo seguendo le nostre direzioni splendenti, solo confidando nei domani, avremo sempre a disposizione una mossa segreta per giocare il nostro “scacco matto”.

Il bello degli scacchi è che con un po’ di strategia e di pensiero, usando le pedine così come vanno usate, tu non solo risolverai il tuo problema, ma lo farai riuscendo ad avanzare sempre un pezzo. E quel pezzo da avanzare deve essere il re! Ma anche nella vita è così: se hai un problema, quando trovi la soluzione succede che avanzi sempre un pezzo, e quel pezzo, quel tuo avanzare, è ciò che di nuovo hai imparato. Avanzare, capite, avanzare nel senso di “andare avanti”. Avanzare un pezzo significa fare un passo avanti. Tutto qui.

Il mio voto:

Matteo Zanini

Titolo: Scacco matto tra le stelle
Autore: Alessandro Barbaglia
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: € 16,00
Pagine: 174