Oggi mi sento...,  Recensioni

Oggi mi sento… nel 1743

Non sono mai stata una persona che segue le tendenze: quando un libro, un film, una serie tv diventano popolari ho una naturale avversione verso quel nuovo fenomeno, salvo poi, dopo qualche anno, quando il clamore è ormai scemato, acquisire un rinnovato interesse verso ciò che nel frattempo tutti hanno dimenticato (o quasi).
Questa volta la mia attenzione è stata dirottata verso Outlander, una saga arrivata in Italia con il primo capitolo nel lontano 1993, divenuta un vero e proprio cult internazionale grazie all’omonima trasposizione televisiva che ha preso avvio nel 2014 e ad oggi, dopo sette stagioni, è ancora in piena produzione.
Ho voluto fare le cose per bene, affiancando alla lettura la visione della prima stagione della serie TV anglo-statunitense, affidando ad una vecchia edizione rilegata Corbaccio del 2007 (che vergognosamente aveva diviso il primo romanzo della saga in due capitoli) il viaggio che dalla Scozia del 1945 mi ha condotta sino al 1743.
Ed oltre le rocce di Craigh Na D’un, che segnano il confine tra passato e futuro, sono stata rapita dalla storia senza tempo di Claire Beauchamp e James Fraser.

La trama è ormai nota a molti e forse è anche il lato meno originale di Outlander: una donna del 1945, all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, viene inspiegabilmente trasportata nelle Highlands del 1743 a seguito del tocco di una pietra posta in un’area sacra celtica.
Il vero elemento coinvolgente dell’intera saga è rappresentato dalla suggestiva ricostruzione dei luoghi e dalla caratterizzazione dei personaggi, tra i quali spicca su tutti la figura di Claire Beauchamp, una donna che ha prestato servizio come infermiera durante la Seconda Guerra Mondiale, emancipata e testarda, completamente inadatta a vivere in un’epoca nella quale la figura femminile viene giornalmente denigrata e schiacciata.
Da questo scontro di mentalità, tra una giovane sicura di sé ai limiti dell’avventatezza e gli scozzesi del diciottesimo secolo, uomini rudi quanto impavidi, totalmente votati alla lotta contro il tirannico re inglese Giorgio II, ne scaturirà un confronto tra culture e valori differenti.
Perché il viaggio nel tempo di Claire, fatto di avventure, incontri romantici, battaglie e cavalcate, le permetterà più di ogni altra cosa di comprendere quanto il proprio passato storico sia “straniero” rispetto alla contemporaneità, quanto i propri avi si possano rivelare diversi dai successori e quanto la Storia di una nazione acquisisca nuova luce agli occhi di chi la vive sulla propria pelle.

“Da molti punti di vista quest’epoca era ancora irreale, per me, come una specie di commedia o di parata in costume. In confronto alle scene di guerra e di massa a cui ero abituata, le piccole scaramucce campali a cui avevo assistito – un pugno di uomini armati di spada e moschetto – apparivano ai miei occhi pittoresche, anziché minacciose. […] Che cos’erano, in confronto alle inimmaginabili crudeltà del Reich di Hitler? Eppure faceva differenza per coloro che vivevano sotti i re, immaginavo, benché simili differenze a me sembrassero futili. Tuttavia, poteva mai essere considerato futile il diritto di vivere come uno desiderava? La lotta per scegliersi il proprio destino era forse meno degna della necessità di arginare un male orribile?”

Il mio voto:

Roberta Taverna

Titolo: La straniera. Outlander. Vol. 1
Autrice: Diana Gabaldon
Casa editrice: Mondadori, collana Oscar Vault
Prezzo: € 25,00
Pagine: 804

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